Sold out

Elektradrive • Living 4 (Valery Records)

12,00  IVA inclusa

Dalla recensione di Andrea Vizzari su Melodicrock.it:

Già da Evil Empire, opener di Living 4, si nota il cambiamento stilistico che la band ha apportato al proprio sound; primi secondi soffusi ad opera di Simone Falovo che con la sua chitarra prima crea un’atmosfera quasi magica e poi parte con un riff aggressivo subito accompagnato dalla voce in grande spolvero di Elio Maugeri. Tra lo scream nella parte iniziale e i vari acuti nel ritornello, il cantante parte subito in quarta. Benvenuti nel mondo dell’hard rock targato Elektradrive. Si continua con Feed The Ground, il cantato si fa più calmo, sonorità alla Queensryche seconda metà anni 90 e un ritornello carico di passione e solita prova straordinaria di Elio. What We Still Don’t Know parte subito con la voce di Maugeri sostenuta soltanto da alcuni arpeggi di Simone Falovo prima del classico riff di apertura. Ottimi cori nel ritornello e il timbro di Elio che si fa sempre più simile a quello di Chris Cornell (Soundgarden, Audioslave). Buona prova anche del duo ritmico Turolla/Jurio. Living 4, la titletrack vede dalla sua parte un ritornello sorretto solo dai soliti cori precisi ed efficaci e da una chitarra sempre in primo piano tra riff e armonici vari passando per gli acuti di Maugeri, potenti come non mai. Da menzionare varie sfumature “progressive” (vedere il finale) e ancora richiami ai migliori Queensryche. Do It For Everyone è la prima ballad del disco, e di sicuro colpirà molti ascoltatori per la sua particolarità ed atmosfere ricercate. Arpeggio pulito della chitarra di Falovo (magico in fase di assolo) e interpretazione da oscar di Maugeri fanno della canzone una delle migliori del disco. Con Get Power From The Sun si torna all’hard rock duro e puro, tornano le sfumature prog e l’aggressività dei precisi Jorio e Turolla. Bellissimi i cori e gli inserti vocali che vanno mischiandosi nel ritornello insieme alla voce di Maugeri. Ma non finisce qui: inaspettato ma quanto mai azzeccato nel finale arriva un assolo di flauto suonato dalla guest star Mauro Pagani (PFM). Altra pausa, altra ballad, altra dimostrazione di classiche: è il momento di Pain, perla melodica in pieno stile Elektradrive, con un crescendo nelle strofe fino all’esplosione nel classico ritornello. Tipica canzone da luci soffuse, accendini in aria e pubblico che canta all’unisono con la voce emozionata di Elio. Dirty War Of Bloody Angels come un fulmine al ciel sereno interrompe la pausa melodica con un Simone Falovo sugli scudi col suo riffing serrato farcito da varie parti soliste sempre perfette e un chorus da urlare a squarciagola. The Water Diviner invece ci regala nuove sperimentazioni sonore: voce effettata che nelle strofe mi ricorda certi Black Sabbath, sonorità più tendenti all’heavy metal che all’hard rock con tanto di screaming del buon Elio, sezione ritmica rocciosa il tutto condito da una tematica triste e sempre attuale. Forte e duro anche il messaggio lanciato presumibilmente verso tutti gli uomini nel finale della song:“If there is something you have not done yet, it is because you have not tried to do it” (trad. “Se c’è qualcosa che non avete ancora fatto, è solo perchè non ci avete provato”). Nulla di nuovo invece con You Are Always On My Mind: ricercata e sofferta nelle strofe, aggressiva e potente nel chorus, con solita prova maiuscola di Maugeri e di Falovo, supportati da un playing certosino di Turolla e Jorio. Con W.Y.S.I.W.Y.G (What You See Is What You Got) la band torna ad un hard rock di stampo classico con diversi riferimenti: riff stoppati e voce effettata nelle strofe che portano alla mente gli Alice In Chains di “Man In The Box”, e screaming alla Chris Cornell (versione Audioslave) nel bridge e nel ritornello da parte di Elio Maugeri. Ancora grandi armonizzazioni vocali e un interessante sezione strumentale intermedia sono i pregi di un altrimenti discreta canzone come In A Superficial WayFake News riprende ancora il mix di heavy metal-hard rock alla Alice In Chains, con un Simone Falovo che ci regala un ottimo assolo di chitarra. Siamo arrivati già alla fine, e tocca a Son Of The Universe chiudere in bellezza questo platter. Dopo i primi secondi in cui l’atmosfera è lenta, e la voce di Maugeri torna soffusa e sottile accompagnata soltanto da una chitarra acustica come nei migliori Pink Floyd, la canzone aumenta di intensità e tra cori incrociati alla voce principale, e una chitarra così sofferente che sembra quasi piangere nell’assolo gli Elektradrive ci regalano l’ultima perla di questo incredibile disco

Esaurito